Ennesimo richiamo da parte della Commissione Europea all'Italia per le
inadempienze in materia di certificazione energetica degli edifici.
Dopo il monito del novembre 2010 ad adeguarsi alla normativa europea sul
rendimento energetico degli edifici (Direttiva 2002/91/CE), Bruxelles ha inviato
un parere motivato all'Italia, con la richiesta formale di applicare tutte le
norme Ue sulle prestazioni energetiche in edilizia.
Sotto il mirino della Commissione Europea, la possibilità, prevista dall'attuale
legislazione italiana sugli
attestati di certificazione energetica (ACE),
“Linee Guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” (DM 26
giugno 2009), di autodichiarare il consumo energetico dell'immobile alla classe
di
consumo inferiore (G).
Tale possibilità prevista dalla normativa italiana sarebbe in contrasto, secondo
la Commissione Europea, con le indicazioni della normativa comunitaria
che stabilisce che gli attestati di certificazione energetica debbano essere
rilasciati da esperti qualificati indipendenti per tutti gli edifici
nuovi e per quelli già esistenti.
Altro punto di non conformità con la normativa europea è costituito dal fatto
che nelle locazioni la normativa italiana prescrive l'attestato di
certificazione
energetica solo per i nuovi edifici, escludendone l'obbligatorietà per gli
edifici esistenti che non ne abbiano già uno al momento della conclusione del
contratto d’affitto.
Viene contestata inoltre, al nostro paese, la mancata attuazione di misure
adeguate a garantire i controlli regolari sugli impianti di condizionamento
dell’aria,
tesi ad assicurare il rendimento ottimale degli impianti e la presenza di
informazioni sulle possibili migliorie e soluzioni alternative.
Bruxelles minaccia dunque il deferimento dell'Italia alla Corte UE se entro due
mesi non saranno adottate misure legislative adeguate.